Chiude Il Gigante, dipendenti in rivolta con una petizione

Mercoledì 29 giugno, a tarda sera, ricevo un messaggio da una mia cara amica, Federica, la quale mi invia un link che rendo pubblico di seguito:

L’azienda fu fondata dall’attuale presidente Giancarlo Panizza e altri 29 commercianti con l’apertura il 21 settembre 1972 del primo punto di vendita in Viale Marelli 19 a Sesto San Giovanni (MI), ancora oggi esistente, cercando di anticipare il concetto di ipermercato, mettendo in vendita prodotti alimentari e non. “Lo slogan del Gigante è Gli specialisti del fresco, per la cura che, sin dal 1998, con l’inaugurazione della filiera controllata della carne bovina seguita negli anni successivi dalla carne avicola e di coniglio, viene posta sui prodotti non confezionati”. Inizialmente credevo che Federica avesse interesse nel raccontarmi la storia del supermercato in cui lavora dal giorno della sua apertura ad Assago, riportata a breve, e invece proseguendo scopro dell’altro. Tutt’altro che puro racconto, si tratta di una petizione creata da Silvia Deborah, una dipendete del supermercato.

Preciso che per privacy non citeremo i cognomi.

Il Gigante di Assago… che tra l’altro non viene menzionato nemmeno su Wikipedia come punti vendita “Il Gigante”… Aperto il 9 Aprile 2009… declassato dopo 6 mesi dall’apertura da “Ipermercato” a “Supermercato”… per mancata pubblicità, a quanto dice l’Azienda, la colpa è del Comune di Assago, in quanto ci ha impedito di mettere cartelli che indicasse la presenza del punto vendita, e ovviamente sempre a quanto dice l’Azienda, non è stato possibile impugnare in nessuno modo il diniego da parte del Comune di Assago… a ciò aggiungiamo le scelte aziendali sbagliate… ad ad esempio… sono stati tolti i banchi del servito al fresco… quindi tutto automatizzato… niente più rapporto umano… parcheggi inesistenti perchè occupati dai dipendendenti della Nestlè e dagli uffici circostanti…E ovviamente, il proprietario dei muri, non ha fatto nulla per agevolarci e poter accontentare i nostri clienti nel poter parcheggiare la loro autovettura nel parcheggio del Gigante… E’ stato creato un laboratorio del “Senza Glutine”, senza ovviamente nessuna vendita diretta… Conclusione, dopo 7 anni ci vogliono togliere il punto vendita di Assago… Punto vendita che chiuderà il 16 luglio 2016 e nessuna comunicazione ufficiale è stata data ai clienti a noi fedeli da 7 anni, aggiungiamo al calderone spostamenti dei dipendenti in destinazioni ancora sconosciute con grande malumore e dispiacere dei dipendenti del Punto Vendita, dei nostri clienti, dei ristoratori nelle vicinanze, di chi ha comprato casa vicino al Gigante, rifiuto di questi clienti di voler andare fino a Rozzano per fare la spesa, anche perchè non tutti hanno i mezzi per spostarsi e inoltre, fino al 31 agosto 2016, la strada interna verso Rozzano sarà chiusa al traffico e quindi bisognerà fare il giro passando dalla Tangenziale con il traffico e tutto ciò che ne consegue… Con questa petizione vi chiediamo solo una firma per aiutarci e unirvi a noi nella nostra battaglia per provare a salvare il nostro Punto Vendita e schierarvi dalla parte dei dipendenti per far valere i nostri diritti… Grazie di cuore a chi ci aiuterà e… incrociamo le dita!!!

Rispondo al messaggio di Federica, comunicandole che quest’oggi sarei andata al supermercato che potrebbe chiudere i battenti tra appena due settimane. “Svuota tutto” dal 30 giugno al 16 luglio sono i cartelloni che si leggono affissi da oggi all’ingresso del supermercato di Assago, Il Gigante, punto di riferimento per famiglie e clienti che da sette anni si recano a fare la spesa, come il Sig. Fabio, 52 anni. Lei sapeva dell’imminente chiusura di questo supermercato? “Per me questa è una notizia sconcertante. L’ho appresa stamane via sms con “Svuota tutto” in evidenza. Io e mia moglie ci siamo sempre trovati bene qui, i prezzi sono convenienti e soprattutto è vicino casa”. La moglie da lì a poco ci raggiunge con un pacco di biscotti che depone nel carrello semi pieno: “guardi signorina a noi spiace moltissimo anche perchè si era abituati a fare la spesa qui in tutta serenità, anche a livello di promozioni”. Camminando tra le corsie ben rifornite e ordinate, incontro una famigliola (Sig.ri Luciano e Marialuisa) a cui pongo la stessa domanda e loro, ignari della notizia, mi rispondono con un “peccato, era proprio comodo per noi che siamo una famiglia numerosa”. Raggiungo una delle poche signore che con un passo frettoloso riempie il cestino che a stento le sta dietro: “come vede sono di corsa”, mi liquida, ma subito dopo alla mia affermazione resta stupita: “dice sul serio? Per me Il Gigante è un punto di riferimento. Durante la pausa pranzo vengo sempre qui a prendere quattro cose per casa…”, conclude amareggiata l’impiegata che lavora a due passi dal Gigante. Sì perchè nella zona del supermercato, c’è una grande area dedicata alle aziende e sicuramente dipendenti come la signora, nei loro ritagli tra un turno e l’altro, si recheranno al punto vendita a fare la spesa. Rimanendo tra le corsie del Gigante visitato oggi per la prima volta, si avvertiva un’aria tesa e insolita, non da supermercato in cui ti accorgi persino se c’è un sottofondo musicale di tuo gradimento. Me ne accorgo da uno strafottente comportamento da parte di un ispettore nei miei riguardi, il quale avvicinandosi mi chiede “lei chi è?”. Probabilmente gli davo l’aria di una ragazzina che prendeva nota di tutti i prodotti in sconto ma, una volta chiarito il dubbio su chi fossi, sparisce e si mette al telefono. Federica, dalla sua postazione in cassa, si precipita col rasserenarmi sulla faccenda. Io potrò anche essere tranquilla, ma resto perplessa sul fatto che questi responsabili o ispettori non dicano nulla a riguardo e che assumendo quel comportamento sembrava molto preoccupato per la presenza di una giornalista. Perchè mai dare spiegazioni a me quando non le danno legittimamente ai loro dipendenti?

Intanto che mi concedo l’ennesimo pensiero, raggiungo Giuseppina in Pescheria, dove serve una delle moltissime clienti, attendo quindi il mio turno e mi serve sul piatto, la mia agenda, un pietanza molto curiosa ma poco digeribile: la sorte di tutti loro dipendenti. “Io sono qui sotto contratto Gigante ma molti di noi sono con la cooperativa Rialto. Per noi assunti direttamente dal supermercato, il futuro potrebbe essere diverso rispetto agli altri ma è ancora tutto da vedere. I capi non sanno nulla, così come il direttore, peraltro assente in negozio. Però mi metto anche nei panni di chi è a capo della catena: la clientela non è così affluente e magari i costi di frigor, pesce fresco e altro superano di gran lunga le entrate”, spiega Giuseppina che fa intuire qualcosa come se “il pesce puzzasse già dalla testa”. Manuela invece la pensa diversamente dalla collega Giuseppina: “Viviana noi ci battiamo affinchè venga fatta chiarezza sulla questione! Io ho 42 anni, 4 figli a carico e al pensiero di rimanere a casa, mi vengono le crisi di nervi”. Il clima non è sereno, non lo è per nessuno, o quasi. I responsabili non comunicano nulla e avrebbero potuto farlo in questa penultima settimana del mese in corso. Stanno vìolando i nostri diritti!” Lo sfogo di Manuela non è il solo, ci sono anche quelli di chi vorrebbe ma non riesce, per volontà o per timore, il più delle volte. Io credo che però, nel rispetto di chi non ha lavoro e lo vorrebbe con tutte le sue forze, difendere il proprio posto di lavoro, esprimendo le proprie idee non farebbe male.

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