E’ il Re (bemolle) della chitarra

Suonò il telefono del pub e chiesero di me”. A cercarlo era stato Luca Di Lunno, fonico e tastierista di studio e sala incisioni di Toto Cutugno, interessato a proporre a Mauro un provino per il giorno successivo. Siccome il treno passa una volta sola e la fermata in questo caso come per altri era accessibile, Mauro non ci pensò su due volte e il giorno dopo si presentò per il programma televisivo “Stasera mi but”. Un ’94 da centodieci e lode visto che Mauro fu subito confermato e condotto da Giorgio Faletti e Toto Cutugno, sulla Rai. “Si sapeva che però la mia partecipazione da chitarrista sarebbe durata, per il tempo della trasmissione, una stagione”, ma considerando che la bravura e fortuna sono seduti sulle spalle di ogni vero artista, Mauro venne chiamato da Luca Jurman e da quella grande collaborazione, Mauro cominciò a contare le sue prime sette tournèe. I colpi di scena non sono mai abbastanza e così Jurman incominciò a lavorare con altri artisti di fama internazionale e Mauro al contempo accolse la proposta del suo amico di vecchia data, Demo Morselli, trombettista di Gino Paoli, il quale gli consigliò di collaborare con Edoardo Agnelli. “Qui ho scoperto un mondo fantastico, in cui la professione diventava vera, così reale come la mia presenza a Sanremo Giovani nel ‘95”, ricorda felice Mauro. Alla chitarra, che ormai portava indosso come la giacca in pelle nera che lo contraddistingue per il suo stile rock, Mauro partecipa sul palco dell’Ariston, ospite del noto conduttore Pippo Baudo. Un momento di gloria dovuto alla diretta nazionale che aveva permesso a Mauro di essere sempre più richiesto, essendo lui sul pezzo da anni e anni. Direttamente proporzionali erano anche le proposte di lavoro, tra cui quella di Stefano Castelli, figlio di Memo Remigi, il quale gli chiese di fare la prima del Centro Europeo tuscolano di Mogol e lì divenne direttore della band che svolgeva i saggi dei programmi del corso. Nel tempo trascorso, Mauro riprese a lavorare con Jurman e come l’alternarsi degli intervalli musicali a teatro, suonava un’orchestra diretta, tornando alla casualità, da Demo Morselli, grande amico di Mauro. L’anno successivo, nel ’98, un nuovo colpo di scena si presentò a Mauro: Castelli e Agnelli parteciparono a Sanremo aventi entrambi Mauro alla chitarra e la cosa non passò certo inosservata al padrone di casa Baudo che gli disse:“hai un viso conosciuto”. Un secondo momento di notorietà a 360 gradi per Borrini. Un Mauro completamente diverso da quello che incontriamo oggi,… prima con un biondo platino e il classico cappello da baseball, in questi anni, invece, con l’inconfondibile pizzetto nero corvino e un berretto scuro. “Quell’estate post Ariston, io e Agnelli ci trovavamo in Sardegna a suonare e con noi, in una delle moltissime serate trascorse a esibirci, c’era Fiorello entusiasta di condividere insieme il palco. Fiorello, quella stessa sera, chiamò (a nostra insaputa) Demo Morselli, al quale spiegò di aver scoperto un validissimo chitarrista e che il giorno seguente avrebbe dovuto raggiungerci”. Un invito sull’imperativo andante che vide Demo in Sardegna da loro il giorno dopo. L’incontro tra i due amici, ignari di quel che stava succedendo, fu sorprendente, tant’è che Morselli disse a Borrini che aveva già ottimi chitarristi e che Fiorello voleva a tutti i costi presentargliene uno molto in gamba e senza sapere che fosse Mauro… il nuovo chitarrista e amico…ce l’aveva davanti. Da qui incominciò l’ascesa con luci da concerto ancor più reale e appagante per Mauro: dieci anni a “Buona Domenica” con Costanzo e otto anni nell’altro programma di Maurizio Costanzo “show”, oltre ad aver affiancato nomi internazionali e di spessore, quali Pino Daniele, Pausini,Vasco, Ramazzotti, Ricky Martin. Dopo averne saputo di più sul Re della chitarra, ricordate ancora ciò che avrei scritto a fine intervista, a proposito del nome della prima band? Ecco, si è parlato di molti colpi di scena e… credo che ve lo svelerò al prossimo. Chitarra Mauro Borrini

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